Il sostituto commissario Michele Bulloni: “i maltrattamenti spesso nascono dal timore di perdere quei privilegi che si ritiene di aver maturato in ambito familiare”
“In famiglia, quell’ambiente in cui dovrebbe prevalere fiducia rispetto amicizia e lealtà reciproca purtroppo si consumano numerosi soprusi, ricatti psicologici ed economici, molestie, isolamento, umiliazioni e violenze sessuali, soprattutto nei confronti di donne e minori e tutto questo non è che il retroterra che prepara la violenza fisica, quella che assume l’aspetto esteriore”.
Violenza domestica
Nel settore anticrimine del commissariato di Crema è attiva da anni la squadra che si occupa di violenza domestica. Anche nel nostro territorio è spesso tra le mura di casa che si consumano i delitti più efferati: la frustrazione cancella l’armonia che dovrebbe legare le persone e sfocia in una violenza che non risparmia neppure gli anziani.
Il rapporto tra i sessi
Come spiega il sostituto commissario Michele Bulloni, responsabile dell’ufficio anti stalking, “è un rapporto storicamente diseguale quello tra uomo e donna, con l’uomo troppo spesso nei panni del prevaricatore”. Spesso il personale delle forze dell’ordine è chiamato ad intervenire in seguito alla “risposta violenta dell’uomo a quel processo di cambiamento dell’identità femminile nel rapporto tra i sessi”.
Malinteso senso di amore
“Generalmente – aggiunge Bulloni – la violenza dell’uomo nasce dal timore di perdere quei privilegi che ritiene di aver maturato in ambito domestico. L’identità femminile ed il rapporto tra i sessi non riescono a raggiungere la giusta complessità a causa di un malinteso senso di amore e della famiglia. Questo problema è trasversale a tutte le classi sociali è non riguarda solo le donne”.
I danni della violenza
I danni che la violenza comporta sono molteplici e “coinvolgono non solo chi la compie e che deve risponderne davanti alla legge, ma anche chi vi assiste”. Spesso anche nel Cremasco si tratta di adolescenti o minorenni, “costretti a vivere una violenza sistematica”. Ad aggravare il quadro concorre la rete parentale, “che crede di fare la cosa giusta schierandosi in favore di uno dei coniugi anziché interrompere la violenza chiedendo aiuto”.
Atti persecutori
Nel corso del 2013, all’ufficio che si occupa delle violenze domestiche sono stati effettuati 40 i colloqui: “25 casi – spiega Bulloni – erano riconducibili a maltrattamenti in famiglia o ad atti persecutori per i quali è stata inoltrata comunicazione di notizia di reato all’autorità giudiziaria. Sono stati 7 i casi relativi a violenza sessuale, 5 le persone sottoposte a misure limitative della libertà personale ed altrettanti gli ammonimenti autorizzati dal Questore”.
Alti costi sociali
Sono invece state sottoposte ad indagine per la violenza di genere 32 persone. “Oltre alla città di Crema, gli altri comuni del circondario interessati dalle violenze sono stati Montodine, Agnadello, Romanengo, Offanengo, Casaletto Ceredano, Madignano, Quintano, Trescore Cremasco, Castelleone, Rivolta d’Adda e Camisano. Un fenomeno da non sottovalutare neppure per il costo sociale che comporta” e per il quale è necessario che ognuno faccia finalmente un salto di qualità.
(Fonte: cremaonline.it)